Il Nostro Progetto Dedicato al Nostro territorio Bollate

Da sempre ci chiedevamo che cosa potevamo fare per la nostra città, ma gli impegni quotidiani e la routine lavorativa ci distoglievano da questo pensiero. O forse i tempi non erano maturi e le idee mancavano.

Invece una sera di Febbraio durante una riunione con degli amici abbiamo avuto, come si dice spesso, “l’illuminazione” (non esageriamo era una semplice proposta).

Perché, grazie alla memoria storica e dal’’attivismo di Giordano Minora, Paolo Nizzola e Antonio Pastore, non riprendiamo il progetto di Bollate Oggi che era stato iniziato cinquanta anni fa da nostro padre Giordano Bordegoni e Antonio Pastore.

L’avventura ai tempi era una rivista stampata in cui si parlava dell’attualità Bollatese (sostanzialmente un settimanale).

La nostra rivisitazione in versione digitale vuole essere non un giornale dedicato all’attualità, ma un luogo dove vengono raccontate storie.

• Storie passate e future

• Storie di personaggi

• Storie di luoghi

• Storie di eventi avvenuti nel territorio Bollatese.

• Storie di urbanistica territoriale.

• Storie di confronto

La nostra particolarità è che i racconti sono intervallati da foto, video e grafiche che aiutano il lettore ad immergersi nell’articolo, lasciandosi ispirare, coinvolgere e raccontare la città in cui viviamo per renderla protagonista con racconti che hanno fatto la vita delle persone e dell’Italia.

Qui non vi svelo niente invitandovi a scoprire questa nuova avventura della bordegoni  al link qui sotto e buon trasporto:

www.bollateoggi.it

La Fabbrica Dimenticata su Rai Storia

Stasera alle 20:30 su Rai Storia — nella trasmissione “Passato e Presente” di Paolo Mieli — sarà rievocata la tragica esplosione della fabbrica di munizioni Sutter & Thevenot a Castellazzo di Bollate che provocò molte vittime.

‘La Fabbrica Dimenticata’ al Chiostro dei Glicini

 

 

E’ approdata nel luogo che meglio interpreta la sua essenza la mostra “la fabbrica dimenticata”, ossia le immagini che il fotografo Luca Comerio realizzò per lo stabilimento Sutter e Thevenot di Castellazzo, passato poi alla storia per la tragica esplosione che il 7 giugno 1918 causò centinaia di morti e feriti, soprattutto giovani donne che erano la maggioranza delle dipendenti, come ben raffigurato dagli scatti in esposizione. Infatti , i chiostri della Società Umanitaria di via Daverio a Milano, dove la mostra è visitabile fino al 30 luglio, racchiudono proprio i due elementi che sono alla base dell’allestimento: la socialità e la memoria storica. L’Umanitaria è nata a fine Ottocento a Milano con lo scopo di coniugare assistenza e promozione socio educativa verso i più deboli e da questa intuizione sono sorti insediamenti abitativi popolari in diverse zone della città, accompagnati da corsi di formazione e lavoro tra i quali, i più celebri, quelli di fotografia e decorazione.
Proprio la lungimiranza dei fondatori della società di mutuo soccorso milanese e dei dirigenti della fabbrica bollatese, che chiamarono un fotoreporter di rango come Comerio ad immortalarla nei reparti e nelle condizioni di lavoro, è stata rilevata nel suo intervento introduttivo dal critico Roberto Mutti , uno dei massimi esperti in fatto di fotografia, che ha sottolineato la portata e la qualità delle immagini riemerse dall’archivio, “ennesima dimostrazione di come la fotografia rappresenti il racconto, la storia, la vita” e come la sua autenticità debba essere conservata , nonostante gli aggiornamenti tecnologici, per evitare una perdita di memoria collettiva.

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L’ex sindaco di Milano Carlo Tognoli, inquadrando il periodo storico dell’epoca, ha ricordato come dagli accadimenti del primo Novecento nacque il riformismo ambrosiano :” anche nelle istituzioni cominciò ad avviarsi l’ attenzione alla pubblica assistenza e ai servizi sociali”. Giordano Minora e Antonio Pastore hanno ripercorso la genesi della esposizione, nata casualmente da una pubblicazione sul restauro della chiesetta della Fametta , da cui sono seguite appassionate ricerche che han portato al riemergere dell’ episodio conosciuto come “lo scoppio della polveriera di Castellazzo” e, successivamente, alla scoperta dell’album fotografico di Comerio presso l’archivio di stato di Spoleto . Da questa traccia è sortito il lavoro sfociato nella mostra , grazie alla collaborazione meticolosa e attenta dello storico Gian Mario Pasi e del fotografo Giordano Bordegoni a cui è dedicata.

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“Bollate è in grado di esportare cultura anche attraverso la riproposizione di un fatto tragico della sua storia ”

questo il commento tra il soddisfatto e l’orgoglioso del sindaco Francesco Vassallo in chiusura di presentazione.

La fabbrica dimenticata

Un gruppo di amici. La passione. La curiosità. La voglia di riscoprire i ‘cimeli’ ormai sepolti della comunità bollatese, fanno riemergere l’episodio dello ‘scoppio della polveriera di Castellazzo’.

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