Perchè le aziende di ogni settore dovrebbero usare il 3D rendering foto-realistico

Il 3D rendering è un utile strumento di anteprima progettuale e grazie ad esso possiamo visualizzare un’immagine foto-realistica in maniera chiara e immediata che non porta a fraintendimenti e a costi aggiuntivi post-realizzazione.

Un 3D render riduce il rischio di errori estetici o di misure.

Come può essere d’aiuto il 3D foto-realistico

  • Alla presentazione dei progetti
  • Per abbattere i costi di allestimento di set fotografici di qualsiasi dimensione e genere
  • Può essere utile a volte per saltare la fase di prototipazione, promuovendo un prodotto ancora prima di utilizzarlo

Il 3D render foto-realistico può essere utilizzato in molti settori del mondo del lavoro:

  • Studi di architettura: per verifica finale del progetto o per impatto ambientale.
  • Studi di progettazione e di design: per la valutazione finale del prodotto e la presentazione del lavoro al cliente.
  • Produttori di mobili e rivenditori (show room).
  • Designer
  • Inventori
  • Artisti

Il 3D render foto-realistico consiste nella realizzazione d’immagini digitali ricavate da modelli tridimensionali e queste immagini hanno lo scopo di simulare in maniera foto-realistica:

  • Ambienti
  • Materiali
  • Luci
  • Oggetti

E’ ormai confermato il fatto che gran parte degli architetti che utilizzano immagini foto-realistiche per i loro progetti ottengono maggiore considerazione da parte dei loro acquirenti.


3D render foto-realistico

Il 3D render foto-realistico offre grandi vantaggi anche per il cliente:

  1. Fornire una visione realistica delle soluzioni adottate migliorando la propria immagine.
    L’architetto può presentare immagini virtuali sviluppate grazie all’utilizzo di un software 3D
    Il progettista può esaltare la propria attività offrendo ai suoi clienti 3D rendering di elevata qualità in grado di catturare l’attenzione del cliente offrendogli così un servizio unico.
  2. Presentare immagini virtuali utilizzando un software per la creazione di 3D foto-realistico.
    Le immagini realizzate risultano maggiormente curate e stimolano il cliente ad approfondire l’argomento.
  3. Presentare rendering 3D con effetto foto-realistico
    Queste immagini sono in grado di esercitare una forte dimensione della realtà creando un “effetto wow” riuscendo così a fare la differenza di fronte al cliente.


Vantaggi e benefici

Grazie al 3D rendering foto-realistico è possibile:

  • Fornire al proprio cliente una visione realistica
  • Mostrare tutti gli elementi presenti
  • Esibire con perfezione i materiali
  • Esporre il progetto, giocando e modificando i vari effetti dell’illuminazione al tipo di materiali.

Il 3D render foto-realistico rende il proprio progetto nettamente superiore ad un’idea presentata con un semplice 3D e, il professionista che vuole distinguersi dai suoi concorrenti, ha la possibilità di sfruttarne le potenzialità.

3D render foto-realistico di arredo bagno

L’effetto wow è assicurato.

Come un marketing manager può facilitare le presentazioni commerciali grazie ai 3D render

Per chi parla in pubblico e conduce presentazioni commerciali o didattiche, avere delle presentazioni visive ben fatte, professionali e d’impatto emotivo è fondamentale.

“Le persone non si ricorderanno che cos’avete detto, bensì come le avete fatte sentire”

Un tempo esistevano semplici slide con le quali si aveva la facoltà di proporre e spiegare i materiali ed i progetti che erano stati ideati, fase piuttosto complessa e lunga quando esisteva la necessità di mostrare il prodotto finito.

Oggi, grazie alla progettazione 3D, è possibile migliorare l’approccio commerciale con gli acquirenti riuscendo a mostrare un progetto in maniera più chiara e definita senza l’obbligo di dover prima produrre ciò che si vuole presentare.

Realizzare un modello 3D può incrementare sensibilmente l’efficacia della vendita, il cliente può interagire con il prodotto stesso e modellarlo a suo piacimento, fornendogli un’esperienza pari al vero.

  • È possibile modificare il prodotto a seconda delle esigenze e preferenze del cliente
  • È possibile guardare il prodotto da diverse prospettive
  • È possibile scegliere fra tante varianti di prodotto:
    • Colore
    • Volume
    • Materiale
    • Tessuto
  • È possibile illustrare le caratteristiche costruttive o spiegare il suo montaggio.

Al giorno d’oggi è possibile utilizzare video in animazione 3D e rendering 3D per presentare prodotti in svariati settori industriali come ad esempio in quello automobilistico, medico, industriale, architettonico e pubblicitario.

Il 3D nel settore architettonico

Tramite la progettazione 3D è possibile descrivere le funzionalità di un oggetto o illustrare i processi meccanici e organici di un prodotto senza aver bisogno del prodotto concreto.

Ricostruire un ambiente o un modello attraverso il rendering 3D significa dare un’anima alle proprie idee, infatti, è una tecnica molto particolare che supera i limiti della fotografia, rendendo perfetto il modello che si vuole rappresentare.

Nel settore immobiliare il venditore, affinché un cliente possa decidersi, dovrà creare una presentazione in grado di proiettare il compratore all’interno dell’immobile. Oltre alle tradizionali foto e video, questo strumento permette ai professionisti di offrire ai loro clienti e partner un’immersione senza pari.

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3D render nel settore architettonico

Il 3D render permette inoltre di visualizzare in maniera realistica gli esterni e gli interni di un progetto architettonico, ricostruendo nel dettaglio l’intera location o un solo ambiente laddove necessario, con l’implementazione di mobili, di accessori e di materiali capaci di rendere ancora più immersiva l’esperienza del cliente.

Nel settore immobiliare il 3D rendering permette di inserire l’immobile all’interno del contesto naturale circostante dando la possibilità di verificare anticipatamente l’impatto ambientale dell’edificio.

Grazie al 3D rendering si ha la possibilità di modellare a proprio piacimento l’idea personale di casa e visualizzarla in diverse prospettive spostando l’arredo, cambiando i colori delle pareti o cambiando l’ordine delle stanze.

Il 3D render nel Settore automobilistico

Anche nel settore automobilistico il 3D rendering ha avuto forte impatto positivo nel mercato perché, grazie alle presentazioni 3D si genera un contatto sempre più diretto e personalizzato tra l’azienda e il consumatore, con un processo di acquisto che, nella maggior parte dei casi, nasce e matura online per poi concludersi nel punto vendita.

3D-render-automobilismo
3D render nel settore automobilistico

Ovviamente non porta vantaggi unicamente per il consumatore ma, anche per coloro che hanno il compito di progettare un nuovo modello da mettere in vendita o da presentare all’azienda.

Il progettista ha quindi:

  • Libertà di progettazione
  • Flessibilità e reattività in progettazione ed in produzione
  • Modelli più realistici, estetici e precisi
  • Parti complesse con meno assemblaggi
  • La possibilità di produrre alcune parti nonostante stampi dismessi
  • Possibilità di modificare il prodotto in qualsiasi momento
  • Facoltà di correggere possibili difetti
  • I mezzi per migliorare il prodotto rendendolo più efficiente

Conclusioni

Grazie al 3D rendering le presentazioni commerciali sono diventate molto più efficienti, innovative e comunicative, permettendo così un miglioramento del prodotto ma, soprattutto, della vendita di esso (anche nel campo medico il 3D rendering ha portato notevoli cambiamenti positivi)

Il rendering 3D da circa 15 anni è diventato indispensabile in quanto è la soluzione ideale per mostrare ai propri acquirenti i progetti in scala in maniera realistica ed emozionale.

Perchè affidarsi ad un fotografo per un 3D render foto-realistico

Il rendering 3D foto-realistico è diventato una grande opportunità per chi ha bisogno di una comunicazione efficace a costi ridotti, soprattutto in un periodo di difficoltà economica come quello attuale.

Grazie al rendering 3D foto-realistico vengono eliminate le spese che ruotano attorno alla foto di prodotto tradizionale, come ad esempio la produzione, il trasporto ed il montaggio dei prodotti fisici. Inoltre permette una flessibilità maggiore rispetto alla fotografia tradizionale, consentendo di effettuare modifiche, anche radicali, in qualsiasi momento della lavorazione del progetto.

Affidarsi ad un fotografo professionista, una persona qualificata e ben preparata renderà il progetto nettamente migliore di quello realizzato da qualcuno non qualificato o non ben informato, perché i 3D render foto-realistici sono immagini significative ed estremamente comunicative, necessarie per esplorare le potenzialità di un prodotto industriale, fare simulazioni meccaniche e industriali e costruire animazioni.

Il fotografo conosce il modo in cui i materiali diversi reagiscono alla luce e, quest’ultima va regolata per dare risalto al soggetto preso in considerazione (una conoscenza molto importante e fondamentale se si vuole ottendere un 3D render foto-realistico prestante).

Lavorare con la luce vuol dire esprimere e descrivere sensazioni ed emozioni.

“La modalità d’espressione è libera e si ottengono risultati diversi
in base al modo in cui le luci vengono impostate”

Perchè rivolgersi ad un fotografo?

La differenza principale tra l’affidarsi ad un professionista e realizzare un 3D render da soli sta nel fatto che i primi sanno come trasformare qualcosa di ordinario in spettacolare:

  • Sanno come l’angolo di una foto può far apparire uno spazio più ampio e arioso di quello che è in realtà
  • Hanno l’attrezzatura necessaria per creare immagini spettacolari in alta definizione
  • Hanno investito migliaia di ore per studiare come rendere l’immagine perfetta seguendo i criteri della fotografia

Il fotografo professionista ha un’esperienza tale da permettergli di realizzare 3D render differenti da quelli tradizionali, che non si limitano alla semplice illustrazione, ma bensì alla trasposizione della realtà.

Rivolgersi ad un professionista per la creazione di 3D render foto-realistici ben fatti dovrebbe essere uno dei primi investimenti che un’azienda o un negozio dovrebbe fare per migliorare la presentazione dei prodotti e lasciare il compratore con “l’effetto wow” stampato sul viso.

Il fotografo professionista è la carta vincente per un buon render, grazie alle sue conoscenze approfondite sulla fotografia e la sua capacità di riuscire a manipolare le luci e gli effetti realistici a suo piacimento.

Alternative alla fotografia per la creazione di un catalogo

Creare un catalogo di prodotti non esistenti

I cataloghi di prodotto sono uno strumento utilizzato dalla stragrande maggioranza delle industrie, ma come comportarsi quando i prodotti da illustrare non esistono ancora?

I motivi per cui un prodotto potrebbe non esistere ancora sono molteplici: se si parla di arredamento, di mobili, di aziende meccaniche, di aziende di illuminazione e via discorrendo il prodotto potrebbe non esistere in quanto non è stato ancora creato il prototipo ad immagine e somiglianza del progetto tecnico.

Hai realizzato il progetto bidimensionale del tuo prodotto ed hai un’assoluta esigenza di mostrarlo nel tuo catalogo durante quella fiera importantissima che si terra tra qualche mese, ma l’oggetto in questione non è ancora stato prodotto? Come fare allora? La risposta che milioni di aziende hanno scelto di dare a questa domanda è il 3D Render.

Dalla fotografia ai 3D Render

La tecnologia nasce dal bisogno di migliorare in termini di tempo il lavoro dell’uomo.
La fotografia è certamente una tecnologia e soprattutto un’arte meravigliosa, che viene utilizzata per una svariata quantità di scopi, si è adattata anch’essa alle esigenze odierne divenendo così messo indispensabile nella comunicazione, nella pubblicità, negli e-commerce ecc.

Perché il 3D Render

Il 3D Render risponde alle esigenze di molti settori industriali. Il pensiero che il 3D Render possa essere utiluzzato solo per progetti architettonici è molto lontano dalla verità e ti spiego il perché.

Ogni settore industriale che prevede la progettazione di un prodotto può creare una immagine pari al vero (fotorealistica) grazie all’uso del 3D Render fotoralistico che si costruisce sulla base di un progetto tecnico. È così che sarai in grado di realizzare la foto di un prodotto che fino ad ora è stato solamente ideato o progettato come se fosse vero.

Un’esempio pratico che risponde ad ogni dubbio può essere la situazione di un mobilificio che ogni volta che desidera sviluppare il catalogo dei suoi mobili è costretto ad allestire intere stanze come salotti, cucine e camerette. Pensate al tempo necessario per montare e rismontare l’arredo, ai costi che deve sostenere per l’allestimento e per la fotografia. Senza pensare agli esperti necessari come i montatori, il designer ed il fotografo.

Perché fare tutto questo sforzo quando il tutto può essere realizzato alla stessa resa con il rendering in 3D?

Vuoi conoscere più approfonditamente il rendering 3D e tutti i suoi vantaggi? Non perderti il mio #prossimo articolo.

Introduzione alla strategia di conversazione

Negli anni ’80 gli affari erano in gran parte locali, conoscevi le persone con le quali lavoravi e avevano la tua stima.

Avanziamo rapidamente di 20 anni, la natura degli affari è completamente cambiata: banner pubblicitari, pop-up e posta indesiderata era diventata la pratica standard per i marketer che avevano perso il tocco personale nel modo in cui noi, come aziende, abbiamo sempre interagito con i nostri potenziali clienti.
La ragione alla base di questo cambiamento è piuttosto semplice: la tecnologia è cambiata e siamo in grado di raggiungere più persone in meno tempo.
Qual è la conseguenza?
La perdita delle relazioni che guidano un business di successo.
Le aziende avevano smesso di preoccuparsi dell’individuo per focalizzarsi solo sui CPM e i tassi di click-through.
Il motivo? Non c’è abbastanza tempo.
Ci vuole un certo impegno per costruire una relazione, stabilire fiducia e creare una soluzione per il problema del futuro cliente. Risultato? Hanno cercato di raggiungere quante più persone possibili indipendentemente dal fatto che si adattassero o no al cliente target, sperando che alcune di queste potessero diventare acquirenti.

Con lo sviluppo dell’Inbound abbiamo improvvisamente avuto modo di indirizzare il nostro marketing non attraverso migliaia di annunci e centinaia di telefonate, ma attirando le persone alla nostra attività creando contenuti informativi utili per il nostro target.
Questo è stato un enorme cambiamento per le aziende, poter smettere di sprecare risorse che non offrivano il livello desiderato di ritorno d’investimento.

Negli ultimi anni, ci siamo evoluti in un’economia “on-demand”. Siamo abituati a inviare messaggi ai nostri amici e parenti con conversazioni coinvolgenti su dispositivi e canali in qualsiasi momento e da qualsiasi posto.
Siamo abituati a ordinare quello che vogliamo ogni volta che lo desideriamo, e ci sentiamo frustrati quando dobbiamo aspettare.
In breve, la nostra aspettativa di connessione e soddisfazione personale è diventata fondamentale.
Ecco dove risiede il problema.
Le aziende non si sono adattate a questo 1:1, il mondo on-demand veloce come le nostre aspettative.
Come può essere possibile?
Diamo un’occhiata al modo “tradizionale” con cui sono stati gestiti i contatti con un’azienda e sviluppati i Lead.
Se hai familiarità con la pagina di destinazione tradizionale, probabilmente hai anche familiarità con l’acquisizione attraverso il modulo di Modulo di Contatto. L’utente è invitato a compilarlo, a volte in cambio di accesso a contenuti controllati. Se l’utente decide di inviare questo modulo, le informazioni sono salvate in un CRM e può essere inviata un’email automatica.
Solitamente sarà inviata un’email “educativa” e, se rispondono, potrebbero essere inviati a un altra, più diretta email che include un invito all’azione, ad esempio “iniziamo una riunione” che sarà impostata tramite una telefonata o una video chat.
Attraverso tutto ciò, il Lead non è stato in grado di rispondere a nessuna domanda e non è stato trattato come una persona. Invece è stato introdotto attraverso un processo automatizzato che potrebbe eventualmente non produrre una sorta di contatto personale e diretto.
La parte folle di tutto questo? Un pieno 55% delle aziende B2B può richiedere più di 5 giorni per rispondere, sempre se loro risponderanno a tutti.
Questo non è un potenziale cliente molto felice, vero?
Considerando che il tasso medio di apertura della posta elettronica è solo del 20% e il tasso medio di conversione dalle pagine di atterraggio sono solo del 2,35%, sembra come se mancassimo le opportunità per entrare in contatto con i potenziali clienti per costruire relazioni e incoraggiarli a fare affari con noi.
Sfortunatamente, questa è la realtà per molte aziende moderne.
Ci deve essere un modo migliore: inserire la strategia di conversazione.
Torniamo a quel potenziale cliente, quello che ha appena scoperto la tua attività.
La maggior parte dei tuoi visitatori lo fa tramite un dispositivo mobile e sta cercando te per rispondere alle loro domande: fornire loro informazioni e creare una connessione quasi immediatamente, in modo personale facendoli sembrare importanti per la tua azienda sarà la tua priorità.

Come puoi fare questo?
Immagina che quella persona sia arrivata sul tuo sito Web con alcune domande sul tuo prodotto o servizio. Che cosa sta davvero cercando è una soluzione a un problema o un modo per raggiungere un obiettivo. Alcuni istanti dopo il suo arrivo, appare un messaggio breve e semplice, chiede se ha domande sulla pagina in cui si trova ora o sui prodotti e servizi che offri.

L’82% delle persone vuole questo: impegnarsi in una conversazione, essere in grado di ottenere le risposte che stanno cercando e soprattutto non vogliono aspettare.
Considerando che il tempo medio di risposta e-mail del servizio clienti è di oltre 12 ore, la possibilità di ottenere risposte da chat dal vivo è chiaramente preferibile.
Una volta avviata la conversazione puoi porre loro delle domande, proprio come loro chiedono informazioni a voi.
Hai bisogno del loro nome della loro email? Chiedilo.
Secondo le domande che ti pongono e del modo in cui lo fanno, puoi fornire risposte chiare e coerenti immediatamente.
Puoi andare oltre la semplice generazione di contatti, ora puoi classificarli e farlo in tempo reale.
Impegnarsi con le persone alle loro condizioni, fornendo accesso alle conoscenze e alle competenze della vostra azienda quando hanno realmente bisogno di essa, evita spreco di tempo e risorse.

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Una strategia di conversazione basata sui concetti chiave d’inbound ha l’obiettivo finale di sviluppare relazioni su scala 1: 1, una conversazione alla volta, per creare un pieno coinvolgimento con potenziali clienti, con l’obiettivo finale di far sentire tutti unici, perché tutti contano.
Quando il 99% delle conversazioni avveniva di persona o per telefono, questo era relativamente facile realizzare.
Questo però è cambiato.
Oggi le persone possono avviare conversazioni su una varietà di “canali”: telefono, e-mail, social e live chat sono tutti esempi. Quelle conversazioni possono cambiare canale nel tempo – una telefonata potrebbe spostare un dialogo sulla posta elettronica, o una livechat può portare a una chiamata. Dobbiamo assicurarci di essere disponibili su tutti questi diversi canali, e comprendere anche i loro punti di forza e debolezza.
Quando parliamo di teoria della conversazione, ci riferiamo ai tre pilastri fondamentali della strategia conversazionale: Time to Live, Shared Knowledge e SCOPE.
Il primo dei pilastri è Time To Live, o TTL ​​ed è la quantità di tempo, in media, che la maggior parte delle persone è disposta ad aspettare una risposta dopo che hanno detto qualcosa o inviato un messaggio.
I canali hanno diversi periodi TTL che vanno da settimane a pochi secondi. Ad esempio, con l’e-mail, le persone di solito sono disposte ad aspettare fino a 24-48 ore prima che arrivi una risposta (a meno che tu non abbia dichiarato diversamente).
Quando passiamo alla live chat, sia sul sito sia tramite qualcosa come Facebook Messenger, la quantità di tempo che qualcuno è disposto ad aspettare prima di ottenere una risposta cade drammaticamente. Di solito attendono un’iniziale risposta entro pochi minuti e, nel bel mezzo di una conversazione, sono disponibili ad aspettare solo alcuni secondi.
Se non hai lo staff per gestire la chat dal vivo e mantenere quel tempo di risposta veloce, non ti preoccupare, puoi costruire bot. I chatbot possono coprire una grande quantità di domande e situazioni comuni, e come membri del team virtuale forniscono all’utente una risposta veloce. Quando le persone hanno bisogno di più di quanto il tuo chatbot può fornire, può connetterli con il membro più pertinente della tua squadra.
Alla fine della giornata, vogliamo essere sicuri che stiamo rispondendo alle persone, entro il tempo previsto, con informazioni e risposte che consentano loro di proseguire il proprio percorso d’acquisto.
Se hai bisogno di più tempo per ottenere la risposta o le informazioni che stanno cercando, non aspettare fino a quando non l’hai a disposizione, comunica loro che potrebbe richiedere un po’ di tempo e offrigli di consegnargliele tramite un canale differente, come la posta elettronica, dove il periodo TTL tende a essere più lungo. In questo modo stai garantendo che si sentano riconosciuti e trattati equamente, nel frattempo danno a te e al tuo team l’opportunità di fornirgli le informazioni corrette.

Il secondo pilastro è denominato Shared Knoweledge.
Quando dici “lo so”, stai parlando di qualcosa che tu, personalmente sai. Quando dici “lo sappiamo”, stai parlando di ciò che chiamiamo “conoscenza condivisa”.
Per sviluppare con successo una strategia di crescita colloquiale, devi concentrarti sulla tua personale esperienza e renderla disponibile alla tua squadra come conoscenza condivisa.
Perché? Quando la conoscenza rimane personale non consente ad altri di accedervi e di usarla quando ne hanno bisogno. Se tu hai una conversazione con un potenziale cliente, riesci a ricordare ciò che è stato detto e anche a strutturare i dettagli per la prossima interazione; ma cosa succede se hanno la loro prossima conversazione con una persona diversa della tua squadra? Dovrebbe ricominciare da zero, ponendo domande cui è già stata data una risposta.
Quando le risorse d’informazione sono disponibili per tutti i membri della tua squadra che potrebbero aver bisogno di accedervi, la conversazione è in grado di riprendere da dove si era interrotto l’ultimo.
Questo tipo di conoscenza condivisa, i dettagli forniti da un utente o correlati direttamente a una persona o azienda, è chiamata “informazione relazionale”.
C’è anche una seconda forma di conoscenze condivise chiamate ”informazioni fattuali”. Queste si riferiscono ai prodotti e ai servizi forniti, e includono i dettagli delle tue offerte, il modo in cui funzionano, e le situazioni per cui hai soluzioni. Pensale come a risposte alle domande che qualcuno potrebbe porre sulla tua attività. Probabilmente vuoi essere coerente nelle informazioni che stai mettendo in circolazione.
Ci sono sette modi in cui si possono porre domande:
Chi? – sta cercando una persona o una squadra specifica per risolvere un problema.
Cosa? – questo tipo di domanda è alla ricerca di una “dichiarazione definitiva” come risposta, che potrebbe essere una definizione.
Perché? – a questa tipologia di quesito è data una “spiegazione ragionata”. Se si dovesse chiedere Perché il cielo è blu? loro si aspetterebbero che la risposta fornita spieghi cosa causa questo fenomeno.
Quando? – è una domanda in cerca di una risposta “basata sul tempo”.
Dove? – quando qualcuno sta cercando una risposta basata sulla posizione.
Come? – le domande che rientrano nella categoria “come” sono interessanti e danno una grande opportunità per ottenere la fiducia del potenziale cliente. Di solito queste domande hanno un tipo di risposta “descrittivo” che spiega come fare qualcosa, eseguire un’attività o completare un obiettivo.
Quali? – queste sono domande “scelte”. Di solito chi chiede sta cercando di decidere cosa selezionare da un gruppo di opzioni (quale piano è giusto per me?).
Alla fine della giornata puoi usare la conoscenza fattuale per garantire sempre risposte coerenti alle domande poste indipendentemente dal fatto che qualcuno abbia lavorato per voi per anni o solo pochi giorni.
Infine abbiamo il terzo pilastro: S.C.OP.E, è un acronimo creato per aiutarti a produrre in modo efficace contenuti di conversazione.
La “S” sta per “standarizzare”, in altre parole vogliamo assicurarci di fornire contenuti coerenti e concreti (come risposte alle domande), ogni volta e su tutti i canali, per garantire un alto livello di coerenza.
“C” sta per “contestualizzare”. Abbiamo già standardizzato i nostri contenuti, adesso dobbiamo assicurarci che siano appropriati nel contesto di una conversazione. Una chiave per capire questo, sono i modi in cui potrebbero porti una domanda e ne abbiamo già parlato come parte della conoscenza condivisa.
Un altro punto fondamentale per stabilire il contesto ha a che fare con le azioni e le attività svolte dall’interlocutore fino alla conversazione che stai attualmente avendo con lui, ovvero quali pagine ha visualizzato, le richieste precedenti e le risposte o informazioni che ha già ottenuto dallo staff, indipendentemente dal canale su cui stai agendo.

Quando diciamo “ottimizzazione”, stiamo parlando di addentrarci nei punti di forza di un dato canale e di attenuare le sue debolezze. Ad esempio, per le chat dal vivo sono meglio i messaggi di una frase o due, e ognuno dovrebbe trasmettere un pensiero unico e coerente. Se si utilizza Facebook Messenger o SMS, è anche possibile inviare media, come immagini, brevi video e audio o anche clip.
Se ritieni di dover consegnare più di una frase o due, e il canale su cui stai lavorando è livechat, considera di fornire un link alla fonte delle informazioni (come un articolo sul sito o blog), o d’inviargliele via e-mail dove è anche possibile aggiungere allegati e documenti di supporto.
Successivamente abbiamo “Personalizza”. Quando personalizziamo un dialogo, stiamo sfruttando le informazioni che abbiamo già raccolto sulla persona con cui stiamo conversando, per far crescere la forza della nostra relazione 1: 1. Normalmente queste informazioni risiederanno nel tuo CRM e potrai utilizzarle per ricordare nomi, interazioni passate e azioni intraprese che influiranno sul tono della conversazione.
Siamo arrivati ​​alla parte finale,”Empatia”. Abbiamo l’obiettivo di costruire relazioni one-to-one su larga scala. Ciò significa che a volte dobbiamo essere consapevoli di come si sente la persona all’altro capo della conversazione. Dobbiamo così assicurarci sempre di essere emotivamente sintonizzati, anche grazie alle precedenti azioni create con S.C.O.P.E.
Fallo e vedrai le relazioni con i tuoi potenziali clienti svilupparsi in poco tempo.

Ottimizzare i contenuti per una maggiore indicizzazione nei Motori di Ricerca

Per fare in modo che i motori di ricerca capiscano il contenuto delle proprie pagine web è necessario partire da un punto fondamentale: scegliere le parole chiave.

 

Ma che cos’è l’ottimizzazione dei motori di ricerca o SEO?

Non è altro che il processo per migliorare il proprio sito web in modo che dai motori di ricerca vengano attirati più visitatori possibili.

 

Questo è il primo stadio del percorso di Inbound Marketing: cercare di comprendere come gli utenti cercano le informazioni su internet.

 

Google riceve oltre 3,3 mld di ricerche ogni giorno da persone che cercano di risolvere dei problemi o di rispondere alle loro domande. I motori di ricerca devono fornire risposte pertinenti, utili e affidabili. Grazie agli spider, Google analizza i contenuti del proprio sito web cercando di trovare risultati idonei alla ricerca dell’utente. Più la propria pagina avrà contenuti e argomenti approfonditi più google la prenderà in considerazione inserendola nelle prime pagine della ricerca.

 

Grazie al marketing inbound è possibile formulare una strategia di marketing per capire cosa vuole il proprio target di riferimento.

 

Come detto in precedenza l’utilizzo di parole chiave è fondamentale. Esse sono infatti le parole e gli argomenti digitate dagli utenti. Quindi per attrarre visitatori, i lead, i possibili clienti e i promotori è utile provare a mettersi nei loro panni e pensare a quali parole potrebbero cercare per condurli alla propria pagina web.

 

Supponiamo di essere dei venditori di Smartphone con custodia impermeabile chiamato “smartphone impermeabile”. Supponiamo inoltre che il possibile acquirente, tale Filippo Rossi adolescente, facesse cadere per errore in una pozzanghera il proprio telefono. Filippo in questo momento avrebbe un problema. Cosa cercherebbe sul web? Potrebbe scrivere “asciugare smartphone”. Filippo non può sapere che la nostra azienda vende smartphone impermeabili ma se all’interno del nostro sito ci sono articoli approfonditi sull’argomento “impermeabilità”  oppure “custodie impermeabili per smartphone” o ancora “custodie impermeabili per smartphone recensioni” i motore di ricerca lo condurrà da noi.

 

In base alle tappe dell’utente si possono categorizzare le parole chiave:

– Fase di consapevolezza: sono le parole chiave basate sul problema

– Fase di considerazione: sono le parole chiave sulle soluzioni fornite dalla tua azienda

– Fase decisionale: sono le parole chiave sulla decisione di acquistare

 

Bisogna essere molto specifici nella creazione di parole chiave. Ad esempio la parola “giacche” darebbe un risultato molto vario elencando tutti i tipi di giacche da uomo, donna e bambino. Una parola chiave di portata breve e ampia è definita corta o generica. Google quindi darebbe la precedenza a siti popolari e affidabili, senza calcolare,  in questo caso, il piccolo negozio specializzato.

 

Per generare parole chiave adatte o avere suggerimenti per il proprio sito web è possibile utilizzare il cercatore Wordstream o gli strumenti per i webmaster di Google.

 

I motori di ricerca sono sempre più intelligenti e sanno anche interpretare l’intento del ricercatore, è sufficiente quindi targetizzare le parole e creare contenuti  attorno a loro.

 

Gli step fondamentali per migliorare il proprio SEO sono:

– Creare un articolo approfondito con all’interno del titolo le parole chiave

– Inserire nella URL la parola chiave primaria. Ad esempio: companyname.it/long-tail-keyword-phrase

– Rinominare le immagini

– Aggiungere una meta descrizione di max 160 caratteri

– Collegare fonti affidabili e pertinenti agli articoli (senza esagerare per non creare spam)

– Ottimizzare il sito per dispositivi mobili

– Nel caso di attività locale creare una pagina Google +.

 

Tutti questi punti ottimizzeranno la ricerca della pagina web e la legheranno a una posizione specifica.

 

Buon SEO a tutti!

 

L’inbound Marketing per aumentare il vostro business

 Cos’è l’inbound marketing?

Il marketing di tipo inbound è una strategia che si è creata sulle vesti dell’era digitale, si è creata sullo studio del comportamento dell’utente di oggi, sulle sue azioni, sulle sue esigenze. L’Inbound Marketing è quella strategia che ti aiuta a generare traffico di qualità senza il bisogno di disturbare il consumatore con metodi pubblicitari tradizionali e fastidiosi dando la possibilità di attrarre solo clienti realmente interessati ai tuoi servizi e ai tuoi prodotti.

Come fa?

È necessario fermarci a pensare come agiamo noi nei panni del consumatore. Come vogliamo che sia la nostra esperienza di navigazione ogni volta che accediamo al nostro browser? Diamo risposta a questa domanda e riusciremo a capire come e perché questo modello di marketing può rivoluzionare la navigazione su internet per l’utente e l’acquisizione di clienti di qualità per il venditore.

Grazie all’Inbound Marketing non solo non saremo più costretti ad inseguire i nostri clienti con mezzi di promozione tradizionali e interruttivi (quali banner, pop up, newsletter indesiderate) ma saremo in grado di farci cercare direttamente da loro. Tutto questo non è un miracolo venuto dal cielo, ma un mezzo intelligente che soddisfa le esigenze del grande pubblico attraendolo e fidelizzandolo.

Quali sono i canali Inbound?

I canali Inbound sono ad esempio le Newsletter a cui ci siamo iscritti, i contenuti di un blog che abbiamo scelto di leggere, un video che abbiamo scelto di guardare. Il 90% degli utenti sul web navigano attraverso canali Inbound.

Come utilizzare l’Inbound Marketing nell’e-commerce?

Cercherò di rispondere a questa domanda descrivendo i modelli di acquisto, ossia le fasi che generano l’acquisto tradizionale di un prodotto e le fasi che generano l’acquisto di un prodotto nell’era digitale. Modello di acquisto tradizionale

  1. Stimolo: ricevo lo stimolo da una pubblicità
  2. Primo momento della verità: siamo davanti allo scaffale e scegliamo se acquistare il prodotto di quella marca o di un’altra
  3. Secondo momento della verità: siamo a casa e diamo un giudizio al nostro acquisto testando il prodotto

 

Il metodo di acquisto tradizionale, descritta da Procter & Gamble (grande multinazionale prodduttrice di grandi marchi tra i quali Pantene e Gillette) nel 2005, si struttura in 3 fasi costituite dallo stimolo, ossia il momento in cui riceviamo uno stimolo pubblicitario, dal primo momento della verità, cioè il momento in cui siamo fisicamente nel negozio o davanti alla vetrina del prodotto online e stiamo decidendo se acquistare quel determinato prodotto ed infine il secondo momento della verità, quel momento in cui torniamo a casa e diamo un giudizio al prodotto acquistato.

Oggi, il metodo tradizionale di acquisto ha subito un aggiornamento dovuto alla digitalizzazione, alla ricerca sul web, ai motori di ricerca. Alle fasi precedenti viene introdotto Il Zero moment of truth, il momento zero della verità, ossia quel lasso di tempo, che avviene tra lo stimolo e la scelta di acquistare, in cui l’utente naviga su internet per cercare maggiori informazioni su quel che sta per acquistare:

Vediamone le fasi:

  1. Stimolo
  2. ZMOT (Zero moment of truth)
  3. Primo momento della verità
  4. Secondo momento della verità

 

Sfruttare il momento zero della verità per conquistare i tuoi clienti

 

Smetti di inseguire i clienti e fai in modo che loro cerchino te

Cit. Jacopo Matteuzzi

Lo ZMOT è quel momento che dobbiamo riuscire a sfruttare a nostro vantaggio per mostrare al nostro possibile acquirente degli ottimi motivi per scegliere i nostri prodotti/servizi.

Come funziona quindi l’Inbound Marketing?

Il mezzo più importante che insomma riassume la ‘filosofia’ dell’Inbound Marketing è il contenuto. Con la creazione di contenuti in tema e di qualità attirerai le persone in modo naturale verso il tuo prodotto, i tuoi servizi e la tua azienda conducendoli in un luogo dove essi stessi hanno deciso di essere, senza costrizione.

L’Inbound Marketing aiuta i tuoi potenziali clienti ad approdare in luoghi che egli stesso ha deciso di visitare portando vantaggio a lui e soprattutto alla tua azienda e ai tuoi profitti.

Riassumiamo la struttura che vige nelle fondamenta dell’Inbound Marketing: attrazione, conversione, conclusione, fidelizzazione.
Queste quattro fasi sono i punti focali che personalizzati sulla base dei tuoi servizi aiuteranno ad attrarre lo straniero trasformandolo a principio in contatto, poi in cliente ed infine in promotore.

Attrazione

La principale differenza tra Inbound e Web Marketing è che il Marketing di tipo inbound prevede l’attrazzione di un ideale consumatore che ha più probabilità di altri di essere interessato al tuo servizio. Ecco perché è importante studiare il profilo del tuo consumatore ideale e costruire sulla base delle sue abitudini e delle sue necessità i contenuti che scriverai nel tuo blog, nei tuoi social ecc.

Conversione

Questo è il punto cruciale in cui il semplice visitatore si trasforma in contatto. Per diventare contatto è necessario che il visitatore lasci alcuni suoi dati, come il suo nome, il suo indirizzo e-mail e magari la sua posizione all’interno dell’organico della sua azienda.

Un metodo che può rendere possibile questo passaggio è quello di rendergli qualcosa in cambio, come ad esempio un approfondimento su un determinato argomento di suo interesse o qualunque cosa in grado di deliziarlo.

Conclusione

La chiusura del processo è il momento in cui si chiude una vendita con il contatto appena acquisito. Attenzione che non tutti i contatti saranno disposti ad acquistare il tuo servizio all’istante, potrebbe volerci del tempo, è per questo che non devi scoraggiarti e continuare a deliziarlo con contenuti che possono interessarlo per ridurre il tempo decisionale per concludere la vendita.

Fidelizzazione

Mai abbandonare i tuoi clienti una volta che hanno comprato da te. Non dimenticarti di loro dopo la vendita, perché un cliente contento diventerà la tua migliore arma pubblicitaria; grazie al passaparola potrà portarti nuovi clienti decisamente più fiduciosi di un visitatore straniero.

Strumenti di Inbound Marketing

Attrazione: Blog, motori di ricerca
Conversione: Call to action, landing page, form
Conclusione: email
Fidelizzazione: newsletter, social media, customer care

Conclusioni

Che il tuo fine sia quello di aumentare le vendite sul tuo e-commerce oppure l’acquisizione di nuovi clienti attraverso il tuo sito web la strategia rimane sempre quella.
Ho voluto presentarti l’Inbound Marketing (termine coniato nel 2005 da Hubspot, azienda specializzata nella produzione di software per il marketing), perché rispecchia esattamente il profilo e le abitudini delle persone oggi, che nell’era digitale, sommersi da una miriade di informazioni grazie al web sono alla costante ricerca di informazioni, soluzioni e curiosità.

Il 90% delle aziende in tutto il mondo investe in tradizionali strategie di marketing senza pensare che il mondo è in perenne e costante mutazione, le abitudini e le necessità delle persone cambiano e parallelamente a loro deve cambiare il nostro sistema di vendita.

Fermarsi ogni tanto e riflettere sui concreti guadagni ottenuti grazie alla pubblicità invasiva, ai tradizionali metodi pubblicitari, può rivelarsi una vera e propria svolta in direzione di una innovativa strategia di Marketing cucita sulle necessità della persona nel 2018.

Abbiamo preparato per te la prima Video Lezione sull’Inbound Marketing in Italiano che ti aiuterà a scoprire come incrementare le conversioni del tuo sito grazie all’Inbound Marketing.

Più in basso potrai scaricare gratuitamente l’e-book dove troverai il video Intero della prima lezione sull’Inbound Marketing.

Buona visione!

 

tecniche di marketing per le aziende di illuminazione

Come presentare ai tuoi clienti l’idea che hai progettato

Quando il computer crea un prototipo

La tecnica del 3D parte da lontano.

I primi esperimenti al riguardo risalgono addirittura agli anni ‘20, periodo in cui veniva sfruttato il sistema dall’anaglifo dove un’immagine formava un illusione di tridimensionalità.

anaglifi al cinema

Uso degli anaglifi al cinema

 

Gli anni ‘50 sono caratterizzati da un primo vero sviluppo, ovvero: l’utilizzo di una luce polarizzata in cui veniva utilizzato un doppio proiettore le cui lenti proiettano immagini polarizzate in modo differente l’una dall’altra.

Quando si pensa al 3D, la prima cosa che viene in mente è il cinema, infatti, il 3D viene visto per la prima volta sul grande schermo (non tutti sanno che Il delitto perfetto del 1954 di Alfred Hitchcock contiene una scena in 3D).

Con il tempo, il 3D ha iniziato ad essere sfruttato anche negli ambiti e nelle professioni più comuni come:

  • Architettura
  • Design
  • Progettazione
  • Invenzioni
  • Fotografia

E’ diventato talmente “famoso” che viene inserito in alcune scuole come materia di studio.

Presentazione di un prodotto. Come rappresento la mia idea?

Come accennavo prima, il 3D, negli anni si è sviluppato sempre di più, aggiornando e migliorando la tecnologia e la comunicazione intorno a noi, anche con la presentazione di un prodotto il 3D ha fatto passi da gigante.

Fino ad alcuni anni fa i cosiddetti “disegni tecnici” dominavano la scena della progettazione. Erano lo strumento con cui il progettista forniva tutte le informazioni necessarie di ciò che stava presentando.

Infatti, al giorno d’oggi, se si vuole vedere realizzata la propria idea, un proprio progetto, non c’è più bisogno di creare un prototipo artigianale ma è possibile realizzare, grazie ad alcuni programmi per il 3D rendering, la propria creazione.

Grazie al 3D rendering non solo chi ha progettato può trarne vantaggio, ma anche il possibile compratore il quale, attraverso questa tecnologia può vedere e capire le diverse fasi del progetto sentendosi immerso in una sorta di realtà virtuale grazie a:

  • Volumi
  • Spazi
  • Colori
  • Luci
  • Ombre

Tutto ciò si traduce in evidenti vantaggi per il professionista che, può risparmiare tempo e far “svanire” tutti i rischi d’incomprensione.

Mostrare un’idea
Dal disegno su carta alla rappresentazione reale

schizzo su carta

 

3d render finale

3D render finale

Siamo nell’anno 2018, 7 miliardi di abitanti popolano questa pianeta e alcuni di loro sono artigiani, inventori, designer oppure artisti i quali, ogni giorno, creano e hanno in mente nuove idee da realizzare.

Un tempo bastava creare con dei materiali il proprio prototipo e presentarlo ad un probabile finanziatore che poi avrebbe comunicato se l’idea avesse funzionato oppure no e se ci fosse stata la necessità di apporre ulteriori modifiche.

Sebbene il disegno su carta rimanga ancora affascinante e sia utilizzato in ogni fase creativa, le immagini, come i video, valgono molto di più e sono essenziali per comunicare al meglio il valore del proprio progetto.

Nel mondo del design il 3D ha preso ormai il sopravvento, molti produttori, aziende e designer hanno cominciato ad utilizzarlo come metodo di progettazione e presentazione dei vari articoli (molto utilizzato anche nel mondo dell’architettura).

Anche un ente privato può usufruire di questo metodo per presentare la sua idea a un possibile acquirente prima di spendere una cifra significativa per realizzarla.

La renderizzazione di un progetto 3D può aiutare a valorizzare la propria idea, a diminuire le fasi di lavoro e ad avere un assoluto margine di personalizzazione anche sul progetto finito.

video tutorial con i 3d render

Come offrire un servizio clienti sui social network

La presenza sporadica sui Social Network non è più sufficiente in questo momento di forte crescita sociale sulle reti virtuali.

Oggi i navigatori del web, ossia un buon 90% della popolazione, cercano informazioni sulle pagine dei social che più amano utilizzare. La presenza sui Social Network da parte delle aziende si traduce spesso in una relazione in prima persona con i propri consumatori i quali frequentano una pagina aziendale per conoscere meglio il brand e per interloquire con essa, sfruttando l’occasione per inoltrare richieste, curiosità e domande sui suoi prodotti.

Se si sceglie quindi di presentare il proprio brand sui social network bisogna essere consapevoli del fatto che i nostri clienti vorranno mettersi in contatto con noi. La semplice pagina su Facebook o su Twitter tramuterà quindi in un vero e proprio customer care dove rispondere alle esigenze dei propri clienti. I numeri parlano chiaro: il 53% degli utenti online ha smesso di considerare un marchio perché non è stata sufficientemente considerata di fronte ad un problema riscontrato, il 25% ha preso la medesima decisione a causa di attese troppo lunghe al telefono del servizio clienti. Non solo l’attenzione al cliente necessita una maggiore attenzione, ma la velocità delle risposte diminuisce considerevolmente. Il 68% degli utenti crede che una veloce risposta sia di vitale importanza.

Come offrire la migliore esperienza di servizio clienti sui social network

Sii dove i tuoi clienti ti cercano

La prima cosa che dovresti fare nel momento in cui consideri di sfruttare i social network come canale di assistenza clienti della tua azienda sarebbe quella di capire quale canale social utilizza maggiormente il tuo target di clienti. Per fare questo, cerca citazioni che includano il nome del tuo brand all’interno dei più famosi social network, se invece credi che ancora nessuno parli del tuo brand nei post o nei commenti allora inoltrati tu stesso nelle conversazioni di persone interessate al tuo settore per capire dove essi navigano, su quali social network sono più attivi.
Esistono Social Network più indicati rispetto ad altri per creare un servizio clienti: Facebook e Twitter sono sicuramente i più adatti a tale scopo. Molte grosse aziende hanno deciso infatti di sfruttare il potere degli #hashtag di Twitter per migliorare la loro trovabilità.

Ascolta quello che i tuoi clienti hanno da dirti

I tuoi clienti sono la migliore arma per strutturare una sempre migliore strategia aziendale.

Ascoltare i tuoi clienti ti aiuterà a capire:

  • Di che natura sono i problemi dei tuoi clienti
  • Quanti commenti sono positivi e quanti negativi
  • A quanti problemi riesci a rispondere utilizzando le guide che hai inserito nel tuo sito web.
  • In quale momento della giornata sono più attivi sui social i tuoi clienti

Questi punti aiuteranno la tua azienda a determinare alcuni aspetti quali le tipologie di problemi che riscontrano i tuoi clienti e in quale numero, l’efficienza delle guide, le best practies e le FAQ che hai pubblicato sul tuo sito web oppure ancora per determinare la fascia oraria migliore per pubblicare i post in bacheca.

Rispondi velocemente

Il mondo Social è costituito da utenti esigenti ed abituati ad ottenere risposta ai propri dubbi in tempi brevissimi. Il 48% degli utenti si aspetta di ricevere una risposta entro 1 ora, mentre il 17% addirittura in pochi minuti. Certo, non è cosa assai semplice ed è per questo che è importante organizzare un’efficiente suddivisione dei compiti all’interno dell’organico della tua azienda per rispondere a tali esigenze.

È essenziale che venga data una risposta entro tempi molto brevi alle richieste dei tuoi clienti e con risposte esaustive che siano capaci di rispondere ai dubbi del tuo cliente.

È da tener presente che l’assistenza clienti sui social network è completamente pubblica, ed è per questo che è molto importante elaborare ogni singola richiesta di qualsiasi tipologia essa sia con gentilezza e cordialità. Potrebbe essere necessario talvolta far uso di messaggi privati per elaborare quelle richieste che richiedono un maggiore spazio per elaborare una risposta o dove viene richiesto uno scambio di dati sensibili come indirizzo e-mail, coordinate bancarie, dati personali ecc. Se decidete di elaborare il commento di un vostro cliente tramite live chat, pubblicate un commento che dichiari di aver preso in carica il problema in sede più consone in modo da mostrare al pubblico che la questione è stata risolta altrove.
Potrebbe capitare, soprattutto inizialmente, di ricevere domande a cui non è possibile dare riscontro istantaneamente perché magari di natura troppo tecnica che va al di là nelle vostre conoscenze, è importante in tal caso fornire comunque una risposta al consumatore avvisandolo dell’attesa necessaria per far elaborare la sua richiesta da un esperto.

Riassumendo quanto detto fino ad ora ecco alcuni consigli pratici per un customer care eccellente:


  • Identificare correttamente il problema
  • Fornire link ad approfondimenti
  • Terminare la conversazione ringraziando
  • Inserire il proprio nome alla fine di ogni messaggio (anche fittizio)
  • Organizzare le proprie attività in tal modo da riuscire a rispondere correttamente nel più breve tempo possibile a tutti i messaggi.

Determina quando gestire una richiesta ‘offline’

Il 95,6% dei consumatori è influenzato da altri commenti sulle pagine social dei Brand. Grazie a questo dato potete capire voi stessi quanto sia importante generare una clientela soddisfatta dell’attenzione che gli date. Un cliente insoddisfatto del vostro prodotto può essere riconquistato grazie ad un ottimo servizio clienti.

Come dicevo più in alto, non tutte le difficoltà dei tuoi clienti possono essere risolte in 140 caratteri quindi è necessario essere abili nel capire quando affrontare una richiesta ‘offline’. Per offline intendo spostare la conservazione in luogo più consono dove sarete in grado di scambiarvi messaggi più lunghi o dove potervi scambiare dati sensibili da nascondere dagli occhi curiosi sulla tua bacheca.

Quali richieste gestire offline:

  • Il cliente ha bisogno di ricevere assistenza mirata su due o più problemi
  • È necessario scambiare dati sensibili quali indirizzo e-mail, coordinate bancarie, dati personali.

Il servizio clienti è di estrema importanza soprattutto nei settori in cui la concorrenza è disarmante. I clienti che ricevono assistenza sono più propensi a sceglierti per questo e per i prossimi acquisti. In fin dei conti basta pensare alle nostre esperienze di acquisto nei negozi, non siete più propensi ad acquistare da un commerciante che ci considera con gentilezza ed attenzione?

Migliorare la notorietà del vostro brand ed aumentare le vendite non è solo questione di prezzi competitivi, soprattutto in un’era in cui le persone sanno riconoscere ed apprezzare i prodotti di qualità. La qualità dell’assistenza che concederete ai vostri clienti sarà direttamente proporzionale all’immagine che darete alla vostra azienda.

Se deciderai di affrontare il mondo social ed assistere i tuoi clienti nella scelta dei tuoi prodotti tieni presente di non commettere questi errori:

  • Non trascurare mai i tuoi clienti. Rispondi a tutte le loro domande, sia che esse siano positive o negative
  • Non eliminare mai i commenti a meno che siano SPAM. Eliminare un commento negativo per preservare l’immagine della tua azienda non farà altro che danneggiare il rapporto con il tuo cliente e ad incrementare la possibilità di divulgare pubblicità negativa su di te
  • Non metterti sulla difensiva. Se ricevi commenti negativi ringrazia il cliente per averti fatto voce del suo problema, cerca di risolverlo assieme a lui e scusati del disturbo che gli ha potuto causare (o no) il problema in questione.

Il monitoraggio costante delle tue pagine social ottimizzerà l’immagine della tua azienda differenziandoti da customer care accettabili con un servizio clienti eccezionale con il risultato di una clientela contenta passaparola di ottima pubblicità.

Ancora non ci credete alle potenzialità di un ottimo social customer care?
Allora guardate questa esperienza:

Esaí Vélez è un ragazzo che durante un suo volo di 4 ore con la compagnia JetBlue ha postato un tweet sulla bacheca della compagnia dove in tono deluso faceva notare che il suo televisore era l’unico di tutto l’aereo a non funzionare. twitter-customer-care-jet-blue

La compagnia che avrebbe potuto ignorare il tweet o semplicemente scusarsi, si è approcciata amichevolmente con Esaí Vélez rispondendogli in questo modo:

“Oh no! Non è quello che ci piace sentire! È solo il tuo televisore a non funzionare?”

Dopo aver confermato che solo il suo televisore non funzionava, JetBlue ha risposto:

“Odiamo quando succede. Mandaci un DM con il tuo codice di conferma per ottenere un voucher per la tua TV non funzionante.”

Quindi la compagnia non solo si è scusata per lo sconveniente, ma ha addirittura regalato un buono al ragazzo. Il risultato di questa attenzione è apparsa solo pochi minuti dopo con un tweet del ragazzo:

“Uno dei servizi clienti più veloci e migliori: @JetBlue! Grazie e felice giorno del ringraziamento!”

 

twitter-customer-care-jet-blue_2

Potrei elencare numerose situazioni simili, alcune molto divertenti, magari dedicherò un articolo proprio a questo. Ma ora traiamo le conclusioni di questo articolo.

L’esempio di JetBlue spiega come è facile trasformare un cliente insoddisfatto in un cliente felice. Nella maggior parte dei casi è sufficiente mettersi nei panni del nostro cliente prima di giungere a conclusioni affrettate e rischiare di apparire scortesi con la sola conseguenza di perdere un cliente prezioso.